Articolo a cura della Dott.ssa Francesca Tarsi
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Lo sviluppo del linguaggio ha delle tappe universali che devono essere rispettate affinchè questo sia nella norma.
La comunicazione intenzionale appare già intorno agli 8 mesi di vita del bambino attraverso gesti e vocalizzi.
Verso i 12 mesi, invece, il bambino produce sequenze di suoni per denominare gli oggetti e, dopo l’anno di vita, queste sequenze diventano vere e proprie parole, anche se il repertorio è ancora molto ristretto e totalmente legato agli oggetti e le situazioni che ha davanti.
Intorno ai 18 mesi il bambino comprende circa 200 parole ed usa le parole che ha appreso anche in maniera simbolica, quindi non necessariamente legate al contesto che sta vivendo e fra i 19 e i 24 mesi accade la cosidetta “esplosione del vocabolario”: il bambino ha nel suo repertorio almeno 100 parole, inizia a combinarle per formare delle brevi frasi (es. palla mia)e nomina spontaneamente gli oggetti che conosce, perché scopre che “le cose hanno un proprio nome”.
Dai 24 mesi ai 33 mesi le parole prodotte sono moltissime (fino a 500), aumentano le combinazioni di più parole e iniziano le prime abilità grammaticali, perché oltre ai nomi delle cose, il bambino produce verbi e aggettivi (es. dammi palla bella oppure mamma dammi palla).
Entro i 36 mesi utilizza anche articoli, preposizioni, pronomi e avverbi: le frasi sono morfologicamente complete (es. mamma dammi la palla blu oppure perché prendi la palla?) e si riferiscono anche ad avvenimenti lontani nel tempo e nello spazio, quindi il linguaggio del bambino diventa via via più simile a quello di un adulto.