A cura di Mattia Sciarra – Psicologo
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Le regole sono il concetto sulla quale si fonda ogni società e attività umana, il buon funzionamento delle stesse dipende proprio dalla qualità delle regole poste e dalla loro condivisione e accettazione da parte delle persone. Il processo di accettazione e condivisione delle regole inizia già da bambini.
In questo articolo vedremo come stabilire regole condivise con bambini ADHD e capiremo gli effetti positivi delle stesse sulla vita del bambino e sul suo apprendimento.
Cos’è L’ADHD?
L’ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Esso include difficoltà di attenzione, concentrazione e controllo degli impulsi.
Tale disturbo evidenzia sintomi inerenti disattenzione e distrazione
Il bambino tende:
- ad essere facilmente distratto;
- a perdere dettagli informativi;
- a dimenticare intere informazioni;
- a faticare nel concentrarsi;
- ad avere difficoltà a focalizzare l’attenzione su un compito.
Il disturbo può mettere in evidenza anche sintomi inerenti l’ iperattività e impulsività.
Il bambino tende:
- a dimenarsi;
- ad avere difficoltà nel restare seduto;
- a parlare senza sosta né pause;
- a toccare o giocare con qualsiasi oggetto a portata di mano;
- ad essere molto impaziente ed impulsivo.
Una specifica causa dell’ADHD non è ancora nota. Ci sono tuttavia una serie di fattori che possono contribuire a far nascere o fare esacerbare l’ADHD. Tra questi ci sono fattori genetici, fattori biologici e condizioni sociali.
Alcuni studi sottolineano che un’alta percentuale dei casi di malattia può essere attribuito a fattori ambientali e disfunzioni all’interno della famiglia o nel sistema educativo.
Le regole e la loro importanza
Perché è importante porre regole? Asha Phillips nel suo libro “I no che aiutano a crescere” ci spiega che adottare un sistema di regole condivise porta il bambino ad imparare a tollerare la frustrazione e ad essere stimolato a sviluppare capacità per gestire il malessere. In sintesi attraverso le regole e i limiti il bambino diventa più autonomo e maturo. Secondo l’autrice, le regole e i limiti devono essere posti in proporzione all’età del bambino andando a considerare le sue capacità di tollerare la frustrazione e di rispettare le richieste esterne. Le regole devono essere chiare, specifiche e positive. Devono essere semplici e facilmente accessibili al bambino, non vaghe e generiche.
E’ importante che genitori, insegnanti, tutor, siano convinti dell’importanza nel porre delle regole, mettendole in pratica per primi dimostrando un alto grado di coerenza, in quanto i bambini sono molto attenti nel valutare la coerenza con cui gli adulti seguono le regole precedentemente stabilite. Un concetto fondamentale riguarda la condivisione delle regole con il bambino (dal bambino e dai genitori). La condivisione è importante per sviluppare un sentimento di appartenenza nei confronti di regole che lui stesso ha stabilito insieme ai genitori.
Tuttavia, la condivisione di regole con un bambino ADHD non è sempre semplicissima ed essi possono metterle in discussione creando delle proprie regole complesse che si aspettano gli altri seguano e rispettino (Barkley 1990)
- Berry Brazelton e Stanley I. Greenspan, attraverso: “I bisogni irrinunciabili dei bambini” evidenziano come i bambini necessitino di limiti, limiti che devono essere posti attraverso l’empatia il calore e la fiducia. In modo che seguire le regole porti il bambino a stare bene. Spesso si ricorre alla paura e alla violenza fisica, che rischiano di far crescere bambini insicuri, ansiosi e con una debole immagine di sè.
George J. DuPaul e Lisa L. Weyandt attraverso la loro ricerca ( ADHD in the Classroom – ADHD in Classe) spiegano come il modo migliore per far seguire delle regole a bambini ADHD sia quello di porle seguendo delle indicazioni:
- Il numero di regole non deve essere troppo alto;
- devono essere formulate in modo positivo (indicando i comportamenti da compiere, non soltanto quelli da evitare);
- devono essere spiegate e motivate (portando il bambino a comprenderle fino a fondo).
Un altro aspetto su cui si concentrano i due autori riguarda il rinforzo. Secondo loro è importante che i bambini vengano elogiati e gratificati frequentemente quando seguono le regole che possono essere trascritte e poste in uno spazio che sia costantemente a disposizione del bambino. Nella ricerca si parla anche dell’importanza assunta nel trascrivere le regole e porle successivamente in uno spazio che sia a costante disposizione del bambino.
Gli effetti positivi nell’adottare un sistema di regole
Il principale effetto positivo lo mettono in luce Rossana Schiralli e Ulisse Mariani nel loro libro “Nostro figlio”, dimostrando ( tramite alcuni strumenti diagnostici come la Risonanza magnetica e la tomografia ad emissione di positroni) che nei bambini che crescono in famiglie dove c’è un buon sistema di regole, il cervello funzioni meglio producendo i neurotrasmettitori della calma e del benessere: ossitocina, serotonina e dopamina.
Il progetto “interventi domiciliari” di “Al Centro”, mi porta a lavorare con i bambini e spesso diventa fondamentale stabilire un numero di regole semplici e positive che facilitino l’accettazione delle norme. Fondamentale è anche la presenza di uno stimolo rafforzante e gratificante che possa motivarli nel rispetto delle norme e, infine, diventa importante la trascrizione delle regole da parte del bambino (ad esempio attraverso la costruzione di un cartellone o su una lavagna) in modo che né diventi custode e garante.
La storia di Marianna
Marianna, nome di fantasia, è una bambina ADHD che, secondo i genitori, oltre a presentare comportamenti difficilmente contenibili, mostrava una mancanza totale di organizzazione nelle attività giornaliere. Tale situazione si rifletteva negativamente sul rendimento scolastico.
Durante il primo incontro, abbiamo iniziato a proporre delle regole che entrambi avremmo dovuto rispettare negli incontri futuri. Le regole dovevano essere accettate da entrambi e dovevano essere formulate positivamente. In questo caso il mio ruolo era principalmente quello di:
- regolare le richieste della bambina ( non sempre inerenti lo scopo degli incontri);
- fare in modo che la natura delle regole fosse costruttiva e adatta agli obiettivi che ci eravamo prefissati;
- semplificare e chiarire le regole da lei proposte.
Una volta concordate e accettate quelle poche norme discusse, proposi alla bambina la costruzione di una cornice contenente le stesse su un quaderno nuovo che avremmo utilizzato successivamente per le varie attività.
Come effetto dell’accettazione e della trascrizione di queste regole condivise, la bambina si prodiga per prima nel rispetto delle stesse. Non solo, spesso copre un ruolo di “garante” delle regole ricordandole a me quando nota atteggiamenti poco coerenti con le norme.
Per quanto riguarda l’aspetto del rinforzo, una delle regole stabilisce la concessione di una determinata attività gratificante nel momento in cui si raggiungono gli obiettivi giornalieri stabiliti ( spesso l’attività coincide con la scelta di un gioco da parte della bambina), Questo la porta a migliorare le sue prestazioni e concentrarsi sull’obiettivo prefissato in precedenza per raggiungere il premio tanto desiderato.
In conclusione: Stabilire delle regole condivise con un bambino ADHD non è impossibile. Essi necessitano di regole semplici e chiare. Diventano essenziale la coerenza nel rispetto delle regole da parte di genitori e insegnanti agli occhi del bambino.
Gli effetti positivi nello stabilire regole condivise sono molteplici: In primis né risente positivamente la salute psico-fisica del bambino. In secondo luogo l’adottare un insieme di regole ha un enorme impatto sul funzionamento scolastico e sulla condotta oltre ad inficiare positivamente nei processi di apprendimento.
“Al centro”, c’è un’equipe specializzata nell’età evolutiva pronta a seguire lo sviluppo del bambino in tutte le fasi della sua crescita. Infatti, oltre a psicologi, psicoterapeuti e psicomotricisti, “Al Centro” dispone di un gruppo di specialisti inseriti nel progetto “Interventi Domiciliari” dove al bambino, a seguito di una attenta valutazione, viene assegnato un esperto in grado di aiutarlo nel percorso scolastico e cominciare un processo di potenziamento cognitivo adatto ai suoi bisogni.
Per maggiori approfondimenti:
Asha Phillips – “I no che aiutano a crescere” (1999)
- Berry Brazelton e Stanley I. Greenspan – “I bisogni irrinunciabili dei bambini. Ciò che un bambino deve avere per crescereeimparare” (1997)
R.Barkley – “workshop con Russell Barkley per conoscere l’ADHD” (2004)
George J. DuPaul e Lisa L. Weyandt – “ADHD In The ClassRomm” (2016)
Bandura, A. (1997), “Autoefficacia: teoria e applicazioni” (2000)
Nostro figlio – Mariani Ulisse e Rosanna Schirali (2014)